mercoledì 8 ottobre 2014

Love Boat: la mia prima (e ultima?) esperienza in crociera

Pensavate mi fossi persa nei meandri del mare, eh? E invece no! Rieccomi: influenzata, vagamente lunatica, un po' stanca (che di rientro dalle vacanze è normale, no?). Insomma, tutto come prima. A parte l'influenza che, devo dirlo, è la prima dell'anno. Bene.

Qualcuna mi ha chiesto dove fossi andata, argomento sul quale io avevo intenzione di glissare bellamente. E invece faccio outing: ebbene sì, sono stata in crociera.
Tananana! Vabbé, dai, si era capito.

Premetto che io e l'amica mia, ci siamo sempre concesse (di tanto in tanto) qualche vacanzina tra ragazze. Da quando è arrivato il bebito, lui si è aggiunto alle ragazze. L'anno scorso, ad esempio siamo state qui.
Quest'anno, causa impegni che non vi sto a dire, ci siamo messe d'accordo per una vacanzina tra girls alla fine di settembre. Ora, io cercavo qualcosa di economico e possibilmente baby friendly, lei qualcosa di interessante da visitare. E così tra le varie possibilità ci è venuta fuori questa pazza idea della crociera. Sì, siam pazze.

Dovete sapere che qui, in terra svizzerotedesca, le crociere sono cose esclusivamente riservate agli anziani. Agli anziani che amano le "club Ferien" (ovvero le vacanze al villaggio), per giunta.  Quindi non è che io abbia fatto una grande réclame del fatto che stessi per partir per mare. Sapete com'è.

Ora, vi assicuro che io non è che sia proprio il tipo da vacanze al villaggio. Ho fatto più o meno di tutto: dalle vacanze on the road nei peggiori motel del Massachusetts, al campeggio selvaggio, alle vacanze WOOF (figata! Fatele!) a quelle "nonhounsoldoiosperiamochemelacavo". La vacanza veramente trash, però, dico la verità mi mancava...In più l'idea di fare una settimana rilassante, trovare tutto pronto pronto e visitare ogni giorno una città diversa...mi sembrava buona e divertente.

Questa settimana sulla Costa Mediterranea, giuro, è stata assurdamente fenomenale. Non perché, ci sia piaciuta da morire, ma piuttosto perché siamo venute a conoscenza di cose delle quali nemmeno immaginavamo l'esistenza. O meglio, l'immaginavamo, ma non pensavamo fossero reali.
Mi permetto di procedere per punti.

1) Se non son grosse, non le vogliamo.

Che le navi da crociera fossero ENORMI è cosa risaputa. Basti pensare al gigante relitto della sfortunata Costa Concordia. Ricordo, tra l'altro, che anni fa vidi delle navi da crociera entrare nella laguna di Venezia e mi cadde la mascella. Insomma, cose che si sanno.

Quando sei dentro, quindi, orientarti è il primo del problemi. E per due come noi, che hanno il senso dell'orientamento di un valligiano ubriaco e l'esperienza di navi pari a quella di due svizzere, la cosa ha presentato qualche piccolo problemino.
Immaginatevi questi tre (che siamo noi tre) che pigiano nevroticamente tutti i bottoni dell'ascensore (12, per l'esattezza...no, dico 12 bottoni!), chi per capire "dove stiamo andando e cosa stiamo facendo" e chi per diletto (i bottoni dell'ascensore si son trasformati ben presto nell'hobby preferito del più piccolo del trio) per poi renderci tutti conto di essere sull'ascensore sbagliato. E chiedere informazioni tipo "scusi ma mi sa dire perché non trovo l'uscita, se qui c'è scritto che l'uscita è al ponte due e io sono al ponte due" "Perché l'uscita è a poppa e qui siamo a prua". Ah va bene, per poi guardarci con aria sperduta.
Abbiamo passato i primi due giorni, così: a capire dove caspita ci trovassimo e soprattutto a quale scopo. Spesso senza successo. Durante il pranzo del giorno due, la mia amica ha mangiato dadini di pomodoro, semplicemente perché si è persa al ponte 9, alla ricerca del buffet.
Ci siamo ripetute come un mantra quotidiano "Ok, ricapitoliamo: la poppa è quella dietro, la prua è quella davanti, dai cazzo, non è difficile! Ce la possiamo fare! Quindi da che parte dobbiamo andare?". E il bebito schiacciava i bottoni. Dopo una settimana la mia amica continuava a sostenere che la nave ogni tanto mettesse la retro.

2) Quanto mi piace il Kitsch

La piscina Cadmo. Almeno così mi pare
Anche il fatto che le navi da crociera fossero kitsch è cosa piuttosto risaputa. Certo nessuno si aspettava che fossero COSÌ kitsch. Colonne di plastica a perdita d'occhio, polipi scintillanti che escono dalle pareti, sale in stile simil egizio con tanto di bassorilievi con la faccia di Tutankhamon. E poi manichini vestiti da arlecchino e pulcinella, lampadari infinitamente rococò e finte statue greche. E poi Moquette. Tanta Moquette. Tutta la Moquette che riuscite ad immaginare. Moquette.
Ora, io voglio dire, nessuno pretende che si prendano i mobili di Le Corbusier per arredare le navi. Però, dai. Anche un po' meno andava bene.
Che poi, devo dire la vera verità, a me le navi han sempre fatto un po' impressione. Non so spiegare veramente perché. E' che mi danno l'idea di essere così...metalliche. Mi è capitato più volte nella vita di dover prendere dei traghetti, anche per viaggi lunghi. Traghetti spartani, niente tende in broccato, per intenderci. E mi ricordo un dedalo di porte, porticine, graticce e scalette in metallo. Tutti inaccessibili e misteriosi e, durante la notte, a tratti, anche un po' spaventosi.
Ecco le navi da crociera all'apparenza non sono così. Solo all'apparenza però. E' sufficiente essere abbastanza veloci da spiare una porta misteriosa che si apre, sfigurando su di una parete la faccia del Bacco di Caravaggio, per vedere che anche qui ci sono un sacco di porte metalliche. E' che ci hanno appiccicato sopra le colonne di plastica.

L'atrio. Quanta divina sobrietà

3) Love Boat


Una delle cose impressionanti delle navi da crociera è che c'è chi ci crede veramente. Cioè ci son quelli che son veramente convinti di essere su Love Boat. E loro, bisogna dirlo, si divertono un sacco.
Ci son quelle che sfoggiano vestiti che manco sul tappeto rosso a Cannes (e che poi si ritrovano sedute al bar a fianco ad un olandese in ciabatte), quelli che si fan fare il servizio fotografico dal fotografo di bordo e quelli che si spintonano per fare una foto al comandante. Io li ho visti davvero. E poi ci sono tutti i riti del caso, tipo far girare i tovaglioli sopra la testa quando parte la Traviata durante la cena (perché, gggiuro, son cose che succedono). Sulle note di "Tu vo fa l'americano" ho visto il trenino più lungo, che manco nei capodanni più trash della storia. Son cose vere, non vi sto prendendo in giro.
E poi, la domanda di rito sulla nave, è "quante crociere avete già fatto?". Perché il crocierista non è un vacanziere qualunque. Il crocierista è un crocierista. Ho sentito di gente che era alla ventesima crociera. No, non scherzo. C'è il crocierista critico ("la Costa Favolosa è tutta un'altra cosa"), il crocierista affezionato ("noi è la quinta crociera, tutte su questa nave), il crociersita spia-della-concorrenza ("shhh, io son sempre andato con la MSC, volevo vedere come era qui. Meglio di là), il crocierista-io-che-ci-faccio-qui ("ma, guardi è mia moglie che mi trascina. Io non ci verrei. Son pure in marina.") e il crocierista entusiasta ("si, noi son 10 anni con la Costa e ci siam sempre trovati benissimo. No, noi ai porti non scendiamo quasi mai"). E tutto questo crocierismo è contagioso, tant'è che ho sentito la mia amica dire cose tipo "la prossima volta però dobbiamo...". Per poi ripigliarsi subito dopo.

4) Magna che ti passa


Quando siam partite, tutto ci si aspettava fuorché di mangiar bene. Una cucina che sforna duemilaseicentoottanta coperti, non può essere efficiente. E invece, ve lo dico, si è mangiato da dio. Quanti aiutanti di babbo Natale siano nascosti nelle cucine non ci è dato sapere, sta di fatto che era tutto molto buono. Ma soprattutto era tutto molto. Ma molto, molto. Troppo. Insomma si magnava a nastro continuo. Con gli infiniti sprechi del caso. In fondo, come diceva la vecchia canzone, è Natale tutti i giorni o non è Natale mai.

5) Bambini, chi?

Il bebito e l'amica mia nei pressi dell'ascensore...

Come vi dicevo sopra, io ero alla ricerca di una vacanza baby friendly. Ecco, se era per questo ho toppato in pieno. Sappiate che i bambini piccoli sono accetti sulle navi da crociera come i topi sulle navi vichinghe. A partire dai tre anni, però, cambia tutto. Anche perché da quell'età li potrete scaricare al baby club dalle 9.00 alle 23.30, così almeno non daranno noia a nessuno e voi potrete finalmente rilassarvi. Perché si sa, i bambini sono una vera rottura di palle, no?  Sappiate anche che il baby club è una specie di scantinato kitsch (ma pensa un po') con schermo gigante e pista da ballo, in balia di animatori in camicia hawaiana e dall'aria un tantino "high" (come direbbero gli anglosassoni). Naturalmente lo scantinato è accessibile anche ai bambini più piccini, perché (hahaha nota polemica) presente un "parco giochi". Il parco giochi consiste in una quantità di giocattoli in plastica ed è comunque accessibile tipo dalle 9.00 alle 10.00 e dalle 18.00 alle 20.00. Per fortuna il bebito ha visitato ogni angolo delle città dove abbiamo attraccato e non ne ha avuto nessun bisogno. Ma ammetto che questa roba mi ha dato un bel po' su i nervi... come anche il fatto che ci fossero avvisi in ogni dove sui generis "per la tranquillità degli ospiti vi invitiamo a tenere sotto controllo i vostri bambini e a non farli correre sui ponti e sulle piste da ballo". Oppure "per la tranquillità degli ospiti i bambini possono fare il bagno solo nella piscina al ponte 11". Alta circa 10 centimetri e messa giusto nel luogo più ventoso della nave. Per non parlare poi del fatto che nei bagni della nave non ci fossero i fasciatoi. Che per me, abituata agli standard bernesi, pare pura fantascienza. Ma va bene. Evidentemente su Love Boat i bambini si fanno, non si portano.
(Mi permetto una piccola nota polemica. Anzi, mi permetto un po' di stronzaggine, visto che questo è il mio blog. Io lo capisco che uno si voglia rilassare un po' senza figli e che quindi di tanto in tanto parta lo sbolognamento al baby club. Ma vedere famiglie che mollano i pargoli full time nello scantinato, mi riempie di infinita tristezza. Se aggiungiamo poi il fatto che, spesso, questi genitori sono lavoratori e che quindi già durante l'anno non è che passino molto tempo con i loro figli...mi riempie di infinita e doppia tristezza. Che bello andare in vacanza con i bambini e non nonostante i bambini!).

6) Every day is Monday

 Altra nota decisamente dolente della crociera è il suo personale. Non perché sia maleducato o scorbutico, semplicemente perché è composto per la stragrande maggioranza da quasi-schiavi. La quasi totalità del personale è filippino, cinese, indiano, brasiliano... Parlo, ovviamente, del personale di servizio. Tutti sanno, più o meno inglese e tutti sono, più o meno, ignorati dal crocierista medio. Sono come tante piccole formiche che lavorano e lavorano. Perché se vi dovesse capitare di fare quest'esperienza e vi dovesse capitare di parlare per un tempo sufficientemene lungo con uno di loro (a volte fino a quando non arriverà un suo diretto superiore che con aria truce gli intimerà a muovere il fondoschiena) scoprirete che per loro ogni giorno è lunedì. Perché questi membri dell'equipaggio lavorano tutti i giorni, 11 ore al giorno, per 8 mesi. Senza mai un giorno intero di libero. Mai. E se gli chiedete come fanno, loro vi risponderanno che non è un problema. Sono abituati.
Mi sono un pochino documentata su questo argomento, di ritorno sulla terraferma. Dopo il naufragio della Concordia qualcuno ha parlato di questo argomento. Poi, evidentemente, i riflettori si sono spenti.

Detto ciò, ci tengo comunque a dirvi che lo svegliarsi ogni mattina in un luogo diverso è piuttosto attraente. E che noi siamo stati sulla terra ferma per tutto il tempo che ci è stato concesso, vedendo posti meravigliosi. E dondolando continuamente (almeno io, che ho sofferto di "mal de debarquement" o mal di terra, per diverse ore dopo ogni sbarco).
Ad esempio Napoli. L'ho rivisita, magnifica, in tutte le sue contraddizioni. O Marsiglia, di un fascino inaspettato.
Per le vie di Marsiglia

E poi c'è da dire che lo star per mare ha di per sé un grande charme. Le nuvole, quando sei lì in mezzo, sembrano fumo e tutto quel blu ha un'incantevole e poetica profondità.
E poi osservare tutto dall'alto: il volo degli uccelli e le altre navi al porto che sembrano piccine, piccine.

E quell'aria appiccicaticcia, la pelle che sa di sale.

Per la cronaca il bebito, nonostante tutte le restrizioni, si è divertito da pazzi. Tant'è che ora me lo ritrovo spesso seduto dentro al catino dei panni a "guidare la nave".

E ora vi lascio con questa. Lo so che la stavate aspettando.

p.s. ma la Love Boat, quanto era piccola? Cos'era un motoscafo??

4 commenti:

  1. Ahahahahah, mamma mamma mi fai morire!!!! Io che poi c'ho il marito in Marina che mi ha concesso solo l'Hurtigrunter!!! Ma prima o poi mi farò una crocera con qualche amica...senza bimbi che quelli si sa rompono le palle!!!
    PS: ma sei stata a Marsiglia e non mi dici niente????? Io sto a un'ora da Marsiglia!!!!!

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  2. Accidenti! Noooo! Non te l'ho detto!!!! Anche se, guarda, le visite alle città son state talmente flash che giusto in tempo a vedere gli highlights (e questo è sempre a causa del nostro supersvliuppato senso dell'orientamento). Comunque Marsiglia è troppo bella!
    Lascia stare l'Hurtigrunter e l'aurora boreale, molla il marinaio e buttati su Love Boat. E portati pure i pargoli che tanto c'è lo scantinato (con gli oblò...quindi dai, un po' di luce passa). Tra l'altro al baby club c'è anche un tizio vestito da delfino, con un costume di mascotte americana. Durante le fermate nei porti lo fanno scendere...scortato da due animatori, visto che il suo gigante costume non ha la fessura per gli occhi. Il suo senso dell'orientamento è sicuramente peggiore del nostro. Qualche giorno tuo marito se lo ritrova sulla nave...

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  3. aaaaahhh io l'avevo capito!
    Che poi, mica era così difficile :-)
    Bentornata!

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