domenica 27 gennaio 2013

Il rosa e l'azzurro

Fino ad oggi ho avuto la fortuna di dover comprare pochissime cose per il bebito. Questo perché ho avuto il privilegio di avere delle simpatiche amiche che mi hanno passato quasi tutto.
Però, si sa, qualcosa manca sempre: un cappellino, un paio di calze, una giacca. Quello che ho potuto l'ho preso usato, ma mi è inevitabilmente capitato di bazzicare per qualche negozio di articoli per bambini.
Nello specifico l'altro giorno ho comprato due paia di calze al bebito e mentre le compravo notavo i soggetti impressi su tali calze: macchinine su un paio e una betoniera sull'altro. Ora, non è che io abbia scelto i soggetti in questione perché particolarmente simpatici o divertenti, è che non c'era alternativa. A meno che non volessi comprargli delle calzine rosa con i fiorellini.
Ci tengo anche a specificare che io non ho proprio niente contro macchinine e betoniere ma non ho potuto non notare che di trattorini, trenini, camion e cose varie ne abbiamo i vestiti (quasi) pieni. E fino ad ora non ci avevo veramente fatto caso.
Così ho iniziato a passare mentalmente in rassegna i vestiti che metto abitualmente al bebito e, oltre al fatto che i mezzi di trasporto si sprecano, spesso sono arricchiti da scritte tipo "Race team" o da versi onomatopeici come "Vroooom vrooom" o "Brum Brum".

domenica 20 gennaio 2013

Mentalità belga


Reduce da qualche giorno di influenza, rieccomi.
In realtà non è che abbia proprio preso l'influenza, diciamo piuttosto che ho preso freddo. Tanto freddo. Tantissimo. E credetemi, quando si prende tanto freddo si finisce per ammalarsi, proprio come diceva mia nonna.
E' che quando si ha un bambino piccolo si fanno cose strane, cose che prima mai ci si sarebbe immaginati di fare, cose pazze.
E questa che vi sto per raccontare è, fino ad ora, la più pazza di tutte (ok, mettere le mani nella pupù per pulire un pannolino lavabile...è forse peggio, ma non è tanto divertente da raccontare).

Dovete sapere che ho la fortuna (o la sfortuna?) di abitare a quindici minuti a piedi dal mio posto di lavoro. Questi quindici minuti si riducono a circa otto se la tratta è fatta in bicicletta Conseguentemente avendo le tempistiche piuttosto serrate (causa tata che ad una cert'ora se ne deve andare e bebito che ad una cert'ora deve mangiare) uso allegramente la bici per recarmi al lavoro. Allegramente si fa per dire, anche perché qui le temperature sono polari e tra casa mia e il lavoro c'è giusto un cavalcavia dell'autostrada che mi spezza le gambe in due. Ma vabbé, stringo i denti e pedalo.

venerdì 11 gennaio 2013

Le brave mamme


Quando è nato il bebito più di una persona mi ha posto una strana domanda:
“Hai amiche con figli neonati?”
Così ci ho riflettuto un po' e mi sono accorta di non avere, qui nelle vicinanze, amiche con figli piccoli (e per piccoli intendo che stiano ancora nel passeggino). E lì per lì mi sono resa conto che non era cosa buona.

Dovete sapere che esiste tutta una comunità di mamme. O meglio, diciamo che le varie neomamme hanno una tendenza innata al cercarsi e all'incontrarsi. Capita di vederle tutte insieme ai giardinetti intente a spingere allegramente passeggini la domenica pomeriggio. Capita di vederle sull'autobus che chiacchierano fra di loro, o al bar tra un cappuccino e un commento sul loro pupo.

Io, invece, non faccio parte di nessun club. E non conosco praticamente nessuno con cui parlare di culi rossi, notti insonni, cacche stellari e via di seguito. Non conosco nessun altra neomamma con cui passare i pomeriggi.
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