giovedì 27 settembre 2012

Il Mocio


Quello che serve per pulire i pavimenti, per intenderci. Ovvero, più o meno come mi sento in questi giorni.
E' che l'influenza mi ha buttata a terra: due giorni di febbre più una mattinata di vomito, hanno contribuito alla mia mocitudine. Mi scuso per i dettagli. E allattare non è proprio evidente in certe condizioni Mi sento un tantino sciupata.
Come se non bastasse il bebito è diventato sempre più esigente, precipitati come siamo nella piccola spirale del “mamma stanchissima, bimbo stanchissimo”. Il tutto condito dal fatto che siccome ha ormai quattro mesi (urca!) la gente inizia a chiederti: “adesso dorme tutta la notte senza svegliarsi?”. Si, si certo e il cane volante della storia infinita ha detto che viene ad aiutarci a fare il trasloco.
Non mi sto lamentando, però continua la mocitudine.
Ma stasera sono giunta ad una conclusione: ho una nuova parola d'ordine e questa si chiama leggerezza. Prendiamo le cose con leggerezza, per dindiridina! E poi bisogna guardare sempre il lato positivo, primo fra tutti: il bebito ha un superpapà e io ho un supercompagno. Senza di lui a quest'ora sarei un mocio con annesso secchiello strizzello.
Adesso davvero mi ripiglio.

martedì 25 settembre 2012

Home sweet home


Se c'è qualcosa che spaventa e sconvolge, questo è il trasloco.
Ma procediamo con ordine.
Se c'è qualcosa che mi piace, è l'appartamento dove viviamo.
Mi piace perché lo conosco ormai da un po' di tempo, mi piace perché ci ho vissuto tante cose. Mi piace anche perché è un po' nel verde ed è un po' in città, perché ha una casa sull'albero in giardino, perché è in un palazzo azzurro con tanti bambini e tanta gente simpatica. Mi piace perché c'è il bosco vicino, per il suo piccolo balconcino, per i suoi pavimenti in legno, per quella sua aria un po' retrò ma con tutte le cosine al posto giusto. Insomma si è capito che mi piace.
Il problema è che è un bilocale.

domenica 16 settembre 2012

Dodo


Parlando di sonno condiviso...

"Se veramente le abitudini sono "così difficili da eliminare", perché le stesse persone che sono contro l'abitudine di dormire con la madre, non esitano a raccomandare altre abitudini alternative? Per esempio:

Il papà o la mamma sceglierà poi un bambolotto tra quelli che il bambino già possiede e gli darà un nome, per esempio Dodo; quindi lo presenterà al bambino e gli comunicherà "da oggi il tuo amico Dodo dormirà sempre con te"(cit. Estivill - Fate la nanna)

(...) Nessuno si preoccupa del fatto che il bambino si abitui a dormire con Dodo? Viene detto ben chiaro "dormirà sempre con te". I parenti e i vicini non cominceranno a criticare? "Partirà per il servizio militare e dovrà portarsi il pupazzo". "Si sposerà e la prima notte di nozze dormiranno con il pupazzo nel mezzo".
No, ovviamente nessuno dice queste stupidaggini. Tutti siamo d'accordo nel credere che il bambino dormirà con il suo pupazzo per un periodo, finché ne avrà bisogno, e che poi lo abbandonerà. Più o meno lo stesso lasso di tempo in cui avrà bisogno di dormire con la madre, della quale il pupazzo non è che un triste e freddo sostituto. E tuttavia, se tu hai avuto il coraggio di sfidare i pregiudizi sociali e di accogliere tuo figlio nel letto grande, avrai certamente sentito decine di commenti stupidi."

Carlos Gonzales, Bésame mucho

mercoledì 12 settembre 2012

I primi giorni – il piccolo manuale di sopravvivenza parte 1


La mia esperienza, si sa, non è grande. Ho solo un bambino, che ha solo tre mesi e mezzo. Ma mi sono trovata a riflettere su quanto è accaduto in questi tre mesi e mezzo, su cosa ho imparato e su come li ho vissuti.
E in generale mi sento di dire che sono stati mesi intensi, interessanti, carichi di emozione, faticosi ma bellissimi.
E' chiaro, la mia vita è cambiata, e molto. Ora trascorro le mie giornate in modo molto diverso da quando avevo quotidiani impegni lavorativi, da quando facevo aperitivi alcolici, da quando il bebito non c'era. Posso però dire con sicurezza e assoluta sincerità che la vita di prima non mi manca. Non che fosse “vuota” o mi mancasse qualcosa. Semplicemente, ora ho un figlio e prima non l'avevo.
Tutto ciò è, secondo me, è un piccolo miracolo viste le statistiche (che ci ricordano come le neomamme siano sempre più disperate), a sentire la gente (“si, si vedrai cosa ti aspetta”), a sentire insomma “l'opinione pubblica” (“la dipingono rose e fiori, poi fai un figlio e non vivi più”).

Per questo mi sento di dare qualche consiglio su come sopravvivere a quei giorni intensi e bellissimi che susseguono il parto. Mi sento di dare qualche consiglio perché io sono sopravvissuta, non al bebito, s'intende, ma a me stessa e a tutti gli altri.
Prendete i consigli con le pinze, come sempre. E ricordatevi che tutto ciò è basato sulla mia personalissima esperienza. Con me però ha funzionato.

giovedì 6 settembre 2012

La bella lavanderia - I pannolini lavabili


Sto per scrivere un post sui pannolini. Ebbene sì. Ci tengo a dirlo in anticipo perché fa così cliché che mi vien da ridere. Della serie "diventa mamma e parla solo di pannolini e cacca". Ecco.

Quando ho espresso ad amici e parenti la mia intenzione di usare i pannolini lavabili, ho avuto reazioni dire contrastanti. In generale le reazioni si possono riassumere in "occhi sgranati- questa è fuori di testa".

Qualcuno di voi penserà: pannolini lavabili, perché? è una follia dover lavare tutta quella roba!
E in effetti è quello che all'inizio ho pensato anch'io. Cioè, in realtà ho pensato: bella idea, sicuramente sono più sani ed ecologici, sicuramente si risparmia. Si però che stress.

Dopodiché mi sono informata meglio: quante lavatrici bisogna fare, quali marche, quali modelli e tessuti e chi più ne ha più me metta, e con un po' più di informazione la cosa mi è sembrata un pochino più fattibile.

Mi sono districata per forum e pagine internet gremiti da entusiaste utilizzatrici di pannolini lavabili e così mi sono detta: "ci provo anch'io".

domenica 2 settembre 2012

Sul cucuzzolo della montagna

I periodi no ci sono per tutti. Non mi sembra il caso di farne un dramma. Ma è evidente che quando le problematiche si susseguono una dietro l'altra, un po' ci si avvilisce.
Non mi riferisco al bebito se è quello a cui state pensando. Mi riferisco al resto: della serie non ne va bene una.
Ma non mi sembra il caso di parlarne.



Siamo di ritorno da una breve vacanzina in quel della montagna. Ci siamo detti: quest'anno facciamo le vacanze veramente ecologiche, sulla porta di casa. E poi con il bebito non ci sembrava il caso di andare chissà dove. Quindi siamo andati in montagna, in un ridente paesello chiamato Bellwald; un posto veramente carino: quattro case, due ristoranti, una chiesa e un cimitero. Peccato che non ci viva nessuno. Ma tant'è...si va in vacanza per riposare. Ecco, appunto, sbagliato!
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